26 settembre 2016

Checklist e Balbuzie, nella pratica quotidiana

Ciao Roberto, grazie per il link

Come stai?

L'idea della checklist mi piace molto; nel lavoro di amministrazione mi aiuta a prendere nuove abitudini, soprattutto se riesco ad organizzarla in modo che sia una vera sintesi di quello che devo fare
Infatti a volte non basta segnare che devo verificare, ad esempio, la descrizione dell'albergo su un sito ma devo fare in modo che quella verifica risponda... ad una seconda checklist

Il rischio di perdermi tra i concetti principali e quelli secondari è sempre dietro l'angolo - i concetti secondari non sono tali perché meno importanti ma sono tali perché fanno parte di un insieme di un solo punto della checklist principale

Sembra la rappresentazione stessa del linguaggio... se voglio esprimere un concetto devo trovare le parole adatte per quel concetto (lista principale), ed accertarmi che arrivino a destinazione (devo ascoltarmi)... se mi perdo tra i concetti secondari è la fine

Quando facciamo i check-in in albergo noto che le persone apprendono soltanto una parte delle informazioni che diamo... 

anche in quel caso sto pensando di utilizzare check list diverse a seconda della tipologia di cliente che arriva per dare solo le informazioni più utili e ottimizzare i tempi

A presto!
Alfredo

Ciao Roberto, certo che puoi pubblicarle

Inoltre mi fai venire in mente che, sempre al momento del check-in, il fatto di dover dividere le varie informazioni da dare mi aiuta nella performance vocale... al punto che, superata la balbuzie mi sono dedicato alla modulazione della voce e alla verifica che all'ospite arrivasse il messaggio

Alfredo

23 settembre 2016

la Checklist e la Rieducazione del Linguaggio

La rieducazione del linguaggio crea, anche strategicamente, lo spazio per affrontare la balbuzie nella sua parte “complessa”, e viceversa. Complesso e semplice sono classificazioni utili all’inquadramento del problema: la rieducazione del linguaggio (il problema semplice) ha senso se inserita nel più ampio panorama della personalità del parlante (il problema complesso). Non uno spezzettamento in più parti di un unico problema, quindi: al contrario una visione d’insieme, per trarre vantaggi terapeutici dalle sue dinamiche interne, un rimando fruttuoso, continuo e reciproco, tra problema semplice e problema complesso.

Qui, usando le possibilità che lo spazio blog offre, mettiamo a fuoco il problema semplice con una checklist: una lista di controllo, che aiuti, chi lo vuole, a gestire il proprio linguaggio. Il che è assolutamente necessario: rende concreto un monitoraggio, sempre utile nella balbuzie. Il monitoraggio fornisce elementi di conoscenza: consente un approccio alla balbuzie, diverso rispetto a sommarie sensazioni o giudizi veloci sul proprio linguaggio. Ovviamente, l’utilità consiste nella continuità del suo uso, e nel vedere nella checklist, ben scritto e ben chiaro, che cosa fare sul proprio linguaggio. O sul linguaggio dei propri figli. Perché la checklist diventa un quadro sinottico del linguaggio. Eccola:

1. Oggi, la velocità del mio linguaggio è stata, prevalentemente:
            a. eccessiva.   
            b. media, nei giusti limiti.

2. La pronuncia delle consonanti è stata, in prevalenza:
            a. troppo dura.          
            b. media, nei giusti limti.

3. La pronuncia delle vocali è stata:
            a. troppo dura, gutturale.
            b. media, nei giusti limiti.

4. La respirazione, in alcune circostanze del linguaggio,
            a. ha creato problemi al flusso delle parole, e/o problemi durante le pause. Quando?
            b. non ho avvertito difficoltà.

5. Durante la giornata, il mio linguaggio
            a. ha avuto alcuni momenti di difficoltà. Quando?
            b. ha avuto andamento lineare, soddisfacente.
            c. in una situazione, in particolare, la balbuzie si è fatta sentire di più. Quando?
            d. in una situazione, in particolare, il linguaggio è andato benissimo. Quando?

6. Si sono verificate alcune di queste situazioni?
            a. volevo parlare, intervenire, dire, ma non l’ho fatto per timore di balbettare. Quando?
            b. non ero molto convinto di quel che volevo dire, ma ho parlato per mettermi alla prova.              Quando? E con quale esito del linguaggio?
            c. non ho risposto al telefono, per timore di balbettare.
            d. ho evitato un gruppo di amici, e credo che il motivo sia stato la paura di balbettare.

7. Credo che, oggi, la qualità del mio linguaggio abbia risentito negativamente di una particolare             situazione ambientale. Quale?          

8. La mia balbuzie è caratterizzata, generalmente, da:
            a. velocità del linguaggio.
            b. non riesco a coordinare respirazione e fonazione.
            c. la pronuncia dei suoni è dura.
            d. sento di aver fretta di terminare il discorso.

Stampa questa pagina, e, giornalmente, rispondi alle singole voci. Ti può dare una conoscenza utile del tuo linguaggio.

Non esitare a scrivere a roberto.depas@tiscali.it se vuoi saperne di più. Ti risponderò.
Questa è solo la prima: prossime checklist verranno pubblicate nel sito.




7 luglio 2016

ROBERT WILSON

da REPUBBLICA di SABATO 2 LUGLIO 2016. RODOLFO DI GIAMMARCO, a pag. 34 de LA REPUBBLICA del 2 luglio, scrive di ROBERT WILSON, Attore, Performer, Musicista, insomma "Uomo di Teatro", in un articolo-intervista, intitolato: "Robert Wilson. Sono un texano con il cuore zen". Cito da questo articolo: "Il silenzio manomesso con cui fino ai suoi 17 anni Wilson si confrontò fu un sintomo di balbuzie. Un impedimento che forse si tradusse in una percezione spaziale, fisica e mimetica, piuttosto che verbale, da cui lo sanò una terapeuta, Miss Hoffmann, istruttrice di danza. "Lei mi diceva solo: rallenta! Stavo balbettando ed era come se stessi correndo sul posto. Seguendo le sue raccomandazioni, moderai la mia parlata, e riuscii a superare il disturbo del linguaggio".